sabato 15 gennaio 2011

SENTIMENTI. E PASSIONI.

Ciao a tutti!
Dopo una lunga e meditata pausa di riflessione, ricomincio a postare qualche notizia dedicata alla Vita, la nostra, intesa come la più straordinaria ricetta fatta solo con due ingredienti autenticamente genuini: Sentimento e Passione..

Dalla prefazione de "L'abbuffone - Storie da ridere e ricette da morire" di Ugo Tognazzi (Rizzoli -1974):
"..Questa immagine, indubbiamente paradossale, può darvi un'idea di quanto ascetico sia il mio attaccamento ai prosaici piaceri della tavola, e quindi della vita; e di come, in fondo, io sia da considerare un martire del focolare, anche se sulle braci roventi, in genere, non amo disporre la mia persona ma, sia pur con infinita cura, bracioline di vitellino da latte.
Ho la cucina nel sangue. Il quale, penso, comprenderà senz'altro globuli rossi e globuli bianchi, ma nel mio caso anche una discreta percentuale di salsa di pomodoro.
Io ho il vizio del fornello. Sono malato di spaghettite. Per me la cucina è la stanza più shocking della casa.
.. E mi sento vivo davanti a un tegame. L'olio che soffrigge è una musica per le mie orecchie. Il profumo di un buon ragù l'adopererei anche come dopo barba. Un piatto di fettuccine intrecciate o una oblunga forma d'arrosto sono per me sculture vitali, degne d'un Moore.
..In questo mio rapporto d'amore con la cucina non ho né mediazioni né prescrizioni: io sono il demiurgo che trasforma le inerti parole d'una ricetta in una saporita e colorata realtà, armonizzando e proporzionando gli ingredienti, percependo, anche emotivamente, il giusto punto di cottura, partecipando visceralmente alla frittura delle patatine, soffrendo con l'aglio dentro l'olio bollente, estasiandomi di soffritto, beandomi d'ogni sugo, perdendomi fra gli aromi e gli odori, amando una fogliolina di basilico appena colta, immolata sui fumenti maccheroncini al pomodoro.
La mia è una cucina d'arte. La soffro come pochi.
.. Ingordigia, golosità: parole sciocche, dettate dalla morale corrente e masochista. Ognuno è libero di fare la sua scelta, anche di morire gonfio di foie gras o stremato dagli amplessi.
Disoccultiamo queste sane, grandi e materialistiche passioni, per troppo tempo tenute nel ghetto della peccaminosità. Riesumiamo quella morale epicurea della gioia, della vita, che fece grande la romanità e il Rinascimento; riavviciniamoci con partecipazione al flusso ininterrotto e secolare della bava, dello sperma e della merda..".

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