martedì 30 settembre 2008

Alla scoperta del cibo da strada

E va bene, visto che arrivano delle frecciate cattivelle da chi era febbricitante mettiamo mano al calamaio e scriviamo...
Domenica 28 settembre, io, l'amico Claudio e il di lui pargolo Lorenzo - lasciatici alle spalle Ettore, impegnato in più nobili faccende, e un certo signore-trappola che si ammala ogni due per tre - ci rechiamo in quel di Cesena per saggiare la quinta edizione del Festival internazionale del cibo di strada, manifestazione organizzata (ottimamente) da Slow Food. L'impressione è stata nettamente positiva: non la solita fiera dove trovi di tutto un po' (e a volte anche un po' troppo, ossia cose che non centrano un fico), bensì una ragionata adunanza delle maggiori tradizioni gastronomiche riguardo il cibo di strada, che ha addentellati in ogni angolo del mondo. Così abbiamo gustato kebab e falafel del Curdistan, pane con le panelle (frittelle di ceci) e cannoli siciliani da Palermo, bombette (involtini arrosto) di Altamura dalla Puglia, weisswurst con senape e bretzel cotti al momento, con bicchierone di birra, da Merano, pesce fritto al cono da Cesenatico, maccheroni fritti in tempura da Napoli. Per la cronaca erano presenti: Firenze con trippa alla fiorentina e lampredotto, Liguria con fainà (farinata di ceci) e fugassa (focaccia), Palermo con, oltre ai già citati "pani ch'i panelle" e cannoli anche "pani ca' meusa" (ossia con la milza), sfinciuni (pizza alta con pomodoro, acciughe, cipolla, pecorino) e arancini di riso, panzerotti di Manfredonia, pizza fritta, mangiamaccheroni e vera pizza napoletana da Napoli, piadina romagnola, tortelli alla lastra dalla valle del Savio, e poi ancora da Marsiglia panisses frites (frittelle di ceci), cozze alla marsigliese (con pomodoro) e pan-bagnat, dalla Provenza tielle setoise e pissaladière, da Istanbul e dal Curdistan, oltre a kebab e falafel, anche un'infinità di dolci al miele e alle mandorle e salsicce d'agnello grigliate, dall'Alto Adige meranerwurst con crauti e pane di segale, dal Messico tacos, tortillas, burritos e guacamole, dall'India riso biryani, pakora e samosa, dalla Grecia souvlaki e pita gyros, dalla Croazia la pogaca (focaccia con pomodoro, cipolla e acciughe), dal Marocco couscous e tajine, dalla Thailandia polpettine di pesce piccanti e dal Perù le papas alla huancayna (patate con salsa di formaggio piccante e olive), carapulcra de chancho (patate disidratate con carne di maiale) e chicharrones (capocollo fritto con mais tostato). Mangiare tutto sarebbe stato impossibile (ma potendo sarebbe stato bello tentare). Dopo pranzo una bella passeggiata corroborante per il centro di Cesena (più carino di come me lo aspettassi) fino sù alla rocca, dopo di che la maialata finale con l'ennesimo cannolo consumato più l'acquisto da parte mia di un vassoietto da portare a casa per la famiglia. Gran bella giornata, iniziata sotto i pessimi auspici di un tempo uggioso che, nel pomeriggio, ha lasciato spazio a un caldo sole. Piccola nota di civiltà: alle porte del centro di Cesena è in funzione un parcheggio pubblico sotterraneo dalle tariffe umane (specie nei festivi) con sistema automatico di carico, stivaggio e restituzione dei veicoli. Una gran bella cosa, ma vallo a raccontare a quel barbagianni di Zamboni, lui si accende la miliardesima sigaretta del giorno e ti chiede di che cosa stai parlando perchè non ci arriva....
Per la cena dei frutti di mare approvo pienamente, av salùt
Cicc

1 commento:

ettore ha detto...

avete fatto veramente bene ad andarci!!

bravi ragazzi, e bravo Lorenzo che vi ha tenuto d'occhio...

pensavo fosse su scala nazionale, invece c'erano diverse rappresentanze internazionali.
è proprio vero che il cibo è un lingua universale!