venerdì 11 gennaio 2008

LIBERI LIBRI (PARTE SECONDA)


ritorno sui libri delle feste per suggerire "il mio giro d'Italia" di Jamie Oliver (TEA ed.).

unico neo del libro: scrivono Italia con la "i" minuscola; certamente è voluto ma non condivido.

la lettura di "Kitchen confidential", seguita a ruota da quella del libro di Oliver, produce un contrasto devastante: per dare un'idea, il Glasgow Herald dipinge Oliver come un choirboy, ragazzino da coro di chiesa. infatti Jamie è un tipo tranquillo: non dice che si droga (e probabilmente non lo fa), non smadonna, gangsters e carcerati non sono nel giro dei suoi amici e collaboratori... insomma da questo punto di vista è l'anti-Bourdain per eccellenza!

E' un ottimista: uno che cerca la massima genuinità negli ingredienti e la massima semplicità nelle preparazioni. e che si sforza di contagiare con il suo ottimismo anche i lettori.

E ha palle: non si mette problemi d'immagine a posare con fagiano, fucile e cartucciera, né quando pubblica una foto di un agnello sgozzato messo a dissanguare a testa in giù da un contadino (spiegando che la salute è nel cibo genuino con la consapevolezza dell'intero processo che porta la carne dall'allevamento alla ns. tavola).

e su questi aspetti Bourdain (ne "il viaggio di un cuoco" soprattutto) e Oliver finiscono per convergere. Buon segno quando non si cerca lo shock del lettore usando i crudi dettagli della mattanza di questo o quell'animale, ma da lì si parte per una equilibrata riflessione sulle ns. ipocrisie da cibo...

il libro di ricette italiane dell'inglese Oliver è sicuramente molto più bello di tanti altri scritti da autori nostrani perchè occhi e naso di chi viene da fuori spesso colgono sfumature che noi diamo per scontate; così tante ricette riacquistano la capacità di evocare i colori e i profumi che nei "libri italiani" erano solo sottointesi, praticamente persi. tra l'altro fra una pagina e l'altra ci sono foto stupende.

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