venerdì 4 aprile 2008

nel Brunello c'è il tranello...

inchiesta de L'espresso.
da leggere.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Nel-Brunello-ce-il-Tranello/2012048

si parla, tra l'altro, di Brunelli tagliati e di Chianti "d'Abruzzo".
i responsabili dell'azienda Ruffino pare abbiano già patteggiato 2 anni.

qui le dimensioni e la portata della truffa sono sconvolgenti, perché le parti in causa sono aziende di nicchia che vendono i loro prodotti a peso d'oro!

se esplode questo bubbone, se perdiamo anche questi pochi capisaldi di riferimento, addio...

l'inchiesta "VelenItaly" coinvolge anche altri casi, gravissimi e dannosi per la salute, di adulterazioni vinicole mediante procedimenti nuovi che pare abbiano generato 70 milioni di litri di vino da discount dove solo 1/5 è mosto e il resto è acidi, fertilizzanti e acqua.

5 commenti:

Maxx ha detto...

"Chi ha sbagliato la pagherà cara, verrà cacciato dall'associazione, il vino verrà declassato a Igt da tavola", sbotta laconico il presidente Francesco Marone Cinzano.......cari ragazzi...a parte il sollievo di sapere che Biondi Santi..non in mezzo a quel branco di farabutti....già mi avevano spiegato in AIS..che doc...docg...sono in realtà ormai cosette un pò anacronistiche....e che mostrano evidenti limiti....tra gli IGT (al contrario del pensiero mal esposto del Marone)ci sono ad oggi forse i migliori prodotti sul mercato...perchè frutto di innovazione...che si è liberata dai mille lacciuoli (inutile e ipocriti come leggiamo) dei vari centri di potere mafiosi....ops scusate volevo dire consorzi di tutela......l'unica salvezza in questo marasma...è etichette sempre più chiare e dettagliate (e in italia siamo abb. all' avanguardia)....mirare sul produttore....il resto è solo fumo...

ettore ha detto...

ecco, ma Biondi Santi ha tutto il 2003 sequestrato nella cantina... certamente sarà uno dei soliti eccessi di qualche magistrato di turno in cerca di pubblicità, certo che non va bene lo stesso, parlo per il settore. l'heritage, l'orgoglio di chi trombazza la purezza del suo comportamento (e la prezza di conseguenza) deve comportare un rigore esemplare.

speriamo bene.

l'unica cosa che rilevo è questa: è vero che il consorzio è mafia e limita il progresso, ma allora aboliamo anche l'IGT che è una via di mezzo e come tale non ha ragion d'essere (i disciplinari insegnano...).
allora basterebbe che in etichetta fosse obbligatorio dichiarare anche la provenienza della materia prima: il lardo di colonnata è lardo calabrese stagionato nelle Apuane, il chianti classico sono uve tunisine lavorate in particolari zone della toscana etc...

Maxx ha detto...

Esatto......indicare vitigni di provenienza....lavorazione adottata...annata...uso di determinati processi...etc etc....in modo che che siano questi i parametri ad uso del consumatore finale..che effettuerà le sue scelta....non la presunta garanzia da parte del consorzio di turno....

Fratel Teo ha detto...

w il vino del contadino...

Claudio ha detto...

Mozzarelle, bresaole, vini... questi laidi profittatori distruggono l'immagine dell'Italia come caposaldo alimentare mondiale, dopo aver distrutto i panorami con la cemetificazione selvaggia.
Potremmo gioiosamente campare di boutique di prodotti enogastronomici offerti nei musei, castelli, rovine che abbiamo, facendo venire orde di turisti spendacciosi che mugolano "wondeful" ad ogni passo, ingozzandosi di pizzette appena sfornate... invece questi furbetti da rione rovinano tutto riducendo una meravigliosa mozzarella di bufala ad una tristissima galbani... e mi fermo.
Aggiungo che molti cari concittadini non hanno nessuna cultura alimentare: avete presente quella roba bianchiccia che viene messa sopra la pizza spacciandola per mozzarella? E' su questi consumatori che i taroccatori hanno vita facile.

Mi auguro che l'intervento della magistratura abbia un effetto di ripulitura..